La coerenza, secondo me, non ha nulla a che fare con il giusto o sbagliato. La coerenza esiste solo se dopo il pensiero segue l’azione che lo realizza. Per esempio, un serial killer, nel suo folle percorso, è coerente con se stesso, perché dopo aver ucciso la prima vittima, non ha rimorsi e continua con il successivo delitto. Alla stessa stregua, chi promette qualcosa di bello a qualcuno e dopo la concretizza, è coerente.
Nel primo caso la situazione è sbagliata e dannosa per la società, nel secondo è giusta e positiva. La coerenza, quindi, è un logico percorso che porta a realizzare i propri pensieri esattamente per come sono stati formulati.
La coerenza appartiene ovviamente anche alle aziende, cioè vengono attuate tutte le procedure e azioni tali da seguire la strategia del direttivo. Ma se, ad esempio, i profitti desiderati non arrivano, benché sia un’azienda con procedure “coerenti” con la strategia, forse non sono necessarie le reingegnerizzazioni dei processi produttivi; magari bisognerebbe solo modificare o aggiornare la strategia aziendale e adeguare i processi coerentemente alle nuove direttive del management.
A volte si pensa erroneamente ad una azienda coerente solo nel caso abbia un buon profitto. In realtà possono essere coerenti anche le aziende che sono in difficoltà.
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